
Chi è stata la prima donna ingegnere? Edith Clarke.
In realtà la Clarke fu prima in un sacco di cose: fu la prima donna ingegnere a lavorare negli Stati Uniti, nonché la prima docente ad ottenere una cattedra all’Università del Colorado; fu la prima donna a conseguire un master in ingegneria elettronica al MIT, la prima donna ingegnere a raggiungere una posizione professionale nel Tau Beta Pi; fu la prima donna a consegnare un articolo scientifico e la prima ad essere nominata Fellow dell’American Institute of Electrical Engineers.
Autrice di “Circuit Analysis of AC Power System” e inventrice della calcolatrice Clarke: chi ha voglia di scoprire qualcosa della vita della donna che è stata la prima ad essere “prima” in così tante cose?
Can you do a good piece of work?
La storia di Edith Clarke
Figlia dell’avvocato John Ridgely Clarke e di Susan Dorsey, Edith rimane orfana all’età di 12 anni e viene cresciuta (con gli altri numerosi fratelli) dalla sorella maggiore. Insieme al dolore, i genitori lasciano però alla giovane anche una discreta eredità, che le permette di studiare matematica e astronomia al Vassar College, dove si laurea nel 1908.
Finito il college, Edith inizia ad insegnare matematica e fisica, mentre si diletta nello studio dell’ingegneria civile all’Università del Wisconsin-Madison.
Lavora poi per George Ashley Campbell, applicando metodi matematici al problema della trasmissione di potenza su lunghe distanze e, in questo periodo, frequenta anche i corsi serali della Columbia University per studiare ingegneria elettrica, che l’appassiona molto.
Così, nel 1918 si iscrive al Massachusetts Institute of Technology e, solo un anno dopo, è già la prima donna a conseguire una laurea in ingegneria elettrica presso il MIT.
AAA ingegnere cercasi
Trovare occupazione come ingegnere per Edith non è affatto facile, così inizia a lavorare per General Electric come supervisore di computer nel dipartimento di ingegneria delle turbine.
Qua inventa il calcolatore Clarke (brevetto depositato nel ’21 e ottenuto nel ’25): un dispositivo grafico in grado di risolvere equazioni che coinvolgono corrente elettrica, tensione e impedenza nelle linee di trasmissione di potenza.
Questa super calcolatrice utilizza funzioni iperboliche per risolvere le equazioni delle linee e risulta dieci volte – dieci volte! – più veloce dei metodi allora conosciuti.
Nonostante i suoi progressi, la posizione da ingegnere sembra ancora un miraggio nel 1921, dunque, Clarke lascia GE per andare ad insegnare fisica in Turchia: ecco che l’anno dopo, General Electric torna ad assumerla come ingegnere elettrico nel dipartimento di ingegneria della stazione centrale. Come dire, se Maometto non va alla montagna…
Non c’è richiesta di donne ingegneri!
Il grande riconoscimento da Edith nel suo campo – nonostante la forte resistenza culturale dovuta dall’appartenenza di genere – è in gran parte connesso alla sua tenacia oltre che alle sue competenze: nel 1926, all’incontro annuale dell’American Institute of Electrical Engineers, illustra l’uso di funzioni iperboliche per calcolare la potenza massima che una linea può trasportare in condizioni di stabilità. Con altri lavori successivi vince poi all’AIEE premi come “miglior articolo regionale” (1932) e “miglior articolo Nazionale” (1941). Nel 1947, entra nella facoltà di ingegneria elettrica dell’Università del Texas ad Austin (dove lavora per 10 anni) come prima professoressa di ingegneria elettrica del paese.
Un anno dopo, durante un’intervista al Daily Texan, fa un’osservazione che trovo importante condividere:
“There is no demand for women engineers, as such, as there are for women doctors; but there’s always a demand for anyone who can do a good piece of work”.
Ragazze, ce lo dice Edith: il segreto per essere “prime” è concentrarsi sul fare un buon lavoro.

Olimpia Ricci
IT Recruiter per passione, Logorroica per professione